
Il FESR, ovvero il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, è nato nel 1975 con lo scopo di promuovere lo sviluppo e la crescita di quelle regioni più svantaggiate ed arretrate nel campo della ricerca e dell’innovazione. Invece il POR, Programma Operativo Regionale, è un servizio per cui la Regione Veneto, grazie ai circa 600 milioni di euro dati dall’Unione Europea e dalla regione stessa, ha elaborato dal 2014 al 2020 un piano di ristabilizzazione sociale ed economica nel ramo industriale, digitale, ambientale e dell’innovazione intervenendo per un totale di 12180 volte. In Veneto si è anche deciso di utilizzare questi soldi per lo sviluppo e per la ricerca, per abbassare il tasso di abbandono scolastico e per creare un’economia basata sulla conoscenza e sull’innovazione. Il FESR è uno dei fondi portanti di investimento europei e sta finanziando questi progetti. I fondi rimasti all’inizio del 2020 erano indirizzati alla crescita economica e sociale negli ambiti prima elencati ma con l’emergenza sanitaria questi fondi si spostarono velocemente in strumenti di protezione individuale (76 milioni) come mascherine, guanti, gel e vari dispositivi sanitari e i restanti 1,5 milioni vennero usati per le attrezzature mediche.
La domanda però, che ci poniamo è: di quanto sono aumentate le morti nella nostra regione? Sappiamo per certo che la pandemia causa del covid le ha alimentate ma analizzando i tre grafici che mostrano l’aumento del tasso di mortalità capiremo chi ha gestito la situazione nel modo migliore.
Iniziamo col vedere di quanto sia aumentato il tasso di mortalità guardando il primo grafico. Esso rappresenta la differenza di morti per mille abitanti dal periodo precedente; come esempio: se nel grafico è rappresentato 2o allora le morti per mille abitanti sono aumentate di 20% dal periodo precedente. Belluno ha il miglior dato nel periodo pre-pandemia (Gennaio-Febbraio 2020), avendo una decrescita del tasso di mortalità di 12,5% e peggiore è la città di Padova con un aumento del tasso di mortalità dell’ 1%. Ciò sembrerebbe indicare che la sanità a Belluno sia la migliore, ma non è del tutto corretto. Infatti non ci si può basare su questi dati senza considerare altri fattori come gli incidenti stradali. Tutte le città tranne Verona (con una situazione simile a quella di Padova con una decrescita del 1%), si aggirano alla decrescita del 5% per mille abitanti. Si potrebbe quindi dedurre dal grafico che Belluno ha il miglior sistema sanitario, seguito da Treviso, Rovigo, Venezia e, infine, che Padova e Verona abbiano il sistema peggiore tra le sette città.
Nel secondo grafico (1-30 Marzo 2020) c’è stata la prima ondata, e di conseguenza i primi focolai in Veneto. Belluno per ora sta confermando di essere la provincia veneta con il sistema sanitario migliore, essendo la provincia con l’aumento meno significativo di tutti del 10%. Padova, Rovigo e Venezia si aggirano tutti a un aumento del 20%, Padova essendo la seconda città con la minor crescita del tasso di mortalità con il 16%, sta confermando l’ipotesi precedente che il tasso di mortalità di Padova non è dovuto al suo sistema sanitario, ma da altri fattori, perché si può vedere che stava reggendo bene alla pandemia. Le provincie che hanno avuto difficoltà con la prima ondata sono state Treviso, Verona e Vicenza. Treviso che aveva il secondo miglior dato nel primo grafico, ha avuto la crescita maggiore tra tutte le provincie venete.
Nel terzo grafico (1-15 Aprile 2020) notiamo che quando la pandemia si è confermata ed ha avuto il suo picco, Belluno contrariamente a come ci si aspetterebbe, è nel complesso la seconda provincia peggiore. Infatti non come ci si aspettava è la seconda provincia migliore di solo un’unità di distacco tra Venezia, la migliore di tutte. Come detto prima Belluno, insieme a Treviso e Verona, hanno avuto un incremento di morti per mille abitanti alto, anche se esse avevano nel primo grafico i dati migliori. Quest’ultimo grafico, conferma la tesi inizialmente affermata nell’analisi del primo grafico, dove viene ipotizzato che i dati di esso non fossero maggiormente influenzati dalla situazione del sistema sanitario. Negli ultimi due grafici invece la gestione ed efficienza della sanità hanno avuto un impatto decisivo nell’andamento dei dati.
Infine, possiamo finalmente trarre delle conclusioni. Belluno, Treviso e Verona, che a inizio pandemia si trovavano in una situazione favorevole, alla fine non sono riuscite a gestire efficientemente la prima ondata. Vicenza e Rovigo sono riuscite a contenere meglio le morti restando però comunque nella media. Rimangono solo Padova e Venezia. Ci sentiamo di dire che Padova abbia avuto la miglior performance in quanto in periodo pre-pandemia abbiamo visto come ci sono stati altri fattori a influenzare i dati, a metà pandemia Padova ha decisamente sostenuto meglio la situazione grazie anche ai fondi rimanenti del Por Fesr. A fine pandemia invece, le due province hanno avuto risultati piuttosto simili.