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Articolo di Data Journalism

IL NUOVO VOLTO DI SANTA CATERINA

Treviso coglie ancora una volta le opportunità offerte dai finanziamenti dell’Unione Europea per rafforzare la coesione sociale e territoriale,  e questa volta vede protagonista la sede storica dei musei civici. Il progetto di restauro delle facciate e di costruzione della nuova abside dell’ex chiesa di Santa Caterina a Treviso rientra  nell’ambito di programmazione dei Fondi per lo Sviluppo e la Coesione (FSC) relativi al ciclo 2014-2020, nell’Asse tematico della “Valorizzazione del patrimonio culturale”. 

Il progetto, ideato già nel 2006, è stato avviato solo nel 2019, dopo che il Ministero per I Beni Culturali e il Turismo (MIBACT) e il Comune di Treviso hanno sottoscritto l’apposita convenzione. Quest’ultima vede il MIBACT come ente programmatore, incaricato di disciplinare le tempistiche e la rendicontazione dei fondi, mentre come beneficiario e attuatore il Comune di Treviso.

I fondi, stanziati interamente dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione, ammontano ad un totale di €1.000.000,00 dei quali 140.000,00 destinati alla progettazione, mentre i restanti €860.000,00 all’effettiva realizzazione del progetto.

La presentazione del progetto da parte del Sindaco e degli assessori è avvenuta il 30 novembre 2020 e ha fissato come data di inizio dei lavori il 02 Novembre 2021 e come termine il 15 agosto 2022. Ad oggi non è ancora stata resa nota l’effettiva data di inizio dei lavori, ma dal portale opencoesione.gov.it risulta erogata una prima tranche pari a €57.270,18.

 

A questo punto sorge spontanea la domanda “Perché proprio il museo di Santa Caterina?”.

I dati forniti dall’indagine Istat sui musei e istituti similari, fanno emergere che nel 2019, all’interno del circuito dei Musei Civici di Treviso, il Museo di Santa Caterina era il più visitato, seguito dal museo Bailo e dalla Collezione Salce. Questi ultimi in passato sono già stati coinvolti in importanti progetti di restauro finanziati in parte dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione. 

Continuando la nostra indagine ci siamo posti ulteriori domande: "Perché investire ancora a Treviso? Perchè ampliare ulteriormente l’offerta culturale della città?” 

Treviso sembra avere tutte le carte in regola per diventare un’altra delle rinomate mete turistiche del Veneto. Distante solo mezz’ora da Venezia, ricca di arte e storia, e a meno di due ore da Cortina, considerata “la regina delle Dolomiti”, si trova nel cuore di una delle regioni più turistiche d’Italia. Inoltre i fatti parlano chiaro: fino al pre-pandemia il tasso di turisticità [tratto da De Iaco L., 2022], ovvero il rapporto tra le presenze negli esercizi ricettivi e i residenti nella provincia, stava conoscendo una forte crescita. A partire dal 2009, è stato registrato per questo tasso un trend esclusivamente positivo, passando da 1,5 a 2,5 nel giro di dieci anni, salvo poi registrare un crollo fino ad 1,1 nel 2020 a causa della pandemia, in linea con quanto avvenuto in altre città venete famose come Venezia e Verona.

Treviso ha un patrimonio storico e architettonico davvero sorprendente, tale da poter diventare un’importante città di cultura italiana. Da poco è stata avviata la procedura per inserire la cinta muraria nel patrimonio Unesco. Al museo di Santa Caterina è invece esposto il ciclo di Sant’Orsola di Tommaso da Modena, capolavoro della pittura europea del XIV secolo.

I visitatori del museo di Santa Caterina sono quasi del tutto italiani, spesso legati al turismo di prossimità, secondo quanto dichiarato dall’assessore ai beni culturali Lavinia Colonna Preti [Colonna Preti, 2021] nel corso di un’intervista pubblicata il 28 settembre scorso.

Tuttavia, nella provincia sta crescendo anche il turismo internazionale. Da elaborazioni su dati Istat, emerge che nel 2020 il 29% dei turisti in visita a Treviso erano stranieri, il 77.56% dei quali erano europei, mentre il 16.04% provenivano dall’Asia e il 4.71% dall’America. Nel 2019 si sono contati 1.008.260 arrivi, nel 2020 però si è verificato un calo generale del 68.44%. È importante sottolineare che la causa principale di questa diminuzione è stata la pandemia da Covid-19, che ha portato ad una riduzione del numero di turisti in tutto il mondo.

 

Nonostante le informazioni che abbiamo raccolto finora abbiano risposto a molte delle domande che ci eravamo posti all’inizio di questa ricerca, ne rimangono ancora molte senza risposta e ne sono sorte delle altre. 

Prima di tutto, effettuando in futuro anche delle rilevazioni sul campo e dei colloqui con l’impresa edile incaricata, vogliamo scoprire quale sia l’effettivo stato dei lavori e in che modo si preserverà la struttura originale dell’antica chiesa.

Sarebbe poi davvero interessante acquisire tutte le informazioni possibili su chi visita il museo e la motivazione. Proprio per questo motivo ci siamo messi in contatto con il conservatore del museo, Maria Elisabetta Gerhardinger, che ha gentilmente accettato di sostenerci in questo nostro progetto.

Infine, nonostante abbiamo ipotizzato delle possibili risposte sul perché sia stato intrapreso il progetto di restauro e ricostruzione dell’edificio, sentiamo il bisogno di una risposta completa ed ufficiale, cosa che speriamo di ottenere intervistando il Sindaco Conte o gli assessori ai beni culturali e turismo e ai lavori pubblici.

 

SITOGRAFIA

OpenCoesione, Progetto Chiesa Santa Caterina, https://opencoesione.gov.it/it/progetti/1misefsc-treviso/ [ultima consultazione 07.02.2022]

De Iaco L., (2022), Indicatori  territoriali per le politiche di sviluppo, https://www.istat.it/it/archivio/16777 [ultima consulatazione 07.02.2022]

Colonna Preti, MUSEO SANTA CATERINA: 1000 VISITATORI A SETTIMANA E ORA ARRIVA L'APP, 28/09/2021, Antenna3 News, https://youtu.be/efInzfV8KDg [ultima consultazione 07.02.2022]

Musei Civici di Treviso, www.museicivici.treviso.it [ultima consultazione 07.02.2022]