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Articolo di Data Journalism

A caccia di dati!

Ed eccoci giunti al secondo step del nostro monitoraggio civico, dove ci soffermeremo ad analizzare minuziosamente dati e informazioni specifiche, tratti da diverse fonti, riguardo alle presenze turistiche in Sicilia per provincia. Prima di fare tutto ciò, ci siamo prefissati degli obiettivi e abbiamo cercato di trovare risposte a due domande principali: come poter rendere facile e intuitiva la lettura di tanti numeri e percentuali inerenti a dati molto diversi tra di loro e come realizzare un articolo di data journalism che affronti in maniera chiara e riassuma al tempo stesso l’essenza dell’argomento che abbiamo deciso di trattare.  Ci siamo soffermati sull’aspetto statistico del progetto, cercando di analizzare e mettere a confronto tutto il materiale trovato in rete. Abbiamo anche chiesto l’aiuto di alcune associazioni che ci hanno fornito informazioni necessarie per sviluppare il nostro progetto e chi, meglio di loro, avrebbe potuto darci una mano? Coloro che ci hanno aiutato sono stati il gruppo “Finziade” e la “Pro Loco” di Licata, con i quali membri abbiamo discusso personalmente utilizzando tutto il nostro tempo a disposizione. Al fine di creare un contenuto più organico possibile, abbiamo quindi deciso di riordinare tutto il materiale raccolto all’interno di grafici che ne permettano meglio la visualizzazione e mettano in luce le differenze tra i dati di anni diversi.

 

Riportiamo sotto forma di percentuale, in questo primo blocco, il numero di visitatori complessivi nelle province siciliane nel 2019; Secondo l’osservatorio turistico e dello sport, quelle che sono state visitate da più turisti risultano essere le province di: Messina (23%), Palermo (22%) e Trapani (15%). A seguire troviamo Catania (14%), Siracusa (9%), Agrigento e Ragusa a pari merito (7%), Caltanissetta (2%), e quella che sembra avere incuriosito meno visitatori, probabilmente perché più piccola rispetto alle altre, parliamo di Enna con solo l’1% di visitatori.

 

Per quanto sappiamo del 2020, sempre secondo la stessa fonte, la maggior parte dei turisti proviene sempre dalle tre province citate sopra, mentre, quella da cui registriamo la minor presenza di visitatori è sempre Enna (1%), veramente poco apprezzata! Continuando sulla stessa via e con lo stesso criterio troviamo Catania (12%), Siracusa (8%), Agrigento (9%), Ragusa (9%), e Caltanissetta (3%). La nostra lista, ordinata in modo crescente in entrambi, è identica, anche se possiamo notare in quest’ultima un abbassamento di percentuale, considerando la globalità dei dati.

 

Nell’ultimo anno, il 2021, conosciamo attraverso la fonte “Licata Net” le percentuali di turisti italiani e stranieri giunti a Licata; le informazioni che abbiamo sono ridotte, in quanto purtroppo nel nostro paese non sono stati registrati numeri precisi in questi anni ma, in maniera generale, possiamo dire che il 41% delle presenze turistiche proviene dall’Italia, il 9% da nazioni europee ed extraeuropee e il restante 50% da gruppi organizzati. Ci impegneremo a sollecitare tutti coloro che nell’ambito del turismo si occupano di tener conto di ogni presenza, affinché vengano recuperati e trascritte anche le percentuali di turisti del 2019 , del 2020 e del 2021.

Tirando le somme, dai dati analizzati fino ad adesso, possiamo affermare che il 2019 ha goduto di un apporto totale di 15.114.931 presenze turistiche provenienti da tutte nove le province siciliane mentre il 2020 vede una diminuzione del circa 56,2% sul piano statistico, con un bilancio totale di 6.622.498 visitatori. Per la nostra città, Licata, ma anche per la nostra regione, l’anno che ci siamo lasciati alle spalle non è stato sicuramente uno dei migliori; l’avanzare di una pandemia e la salita continua di una curva dei contagi, ha costretto vari comuni, tra cui il nostro, ad applicare delle norme ristrettive, in alcuni casi molto ferree, che prevedevano la chiusura dei siti archeologici di maggiore importanza.  Gli spostamenti limitati non hanno sicuramente agevolato i turisti, che, nella maggior parte dei casi, hanno deciso di rimanere ognuno nella propria regione o provincia di appartenenza. Il progetto che abbiamo scelto di monitorare, ci permette di affiancare e spronare l’assessorato dei beni culturali, affinché intervenga laddove devono essere apportati dei cambiamenti e realizzati dei lavori per garantire la sicurezza di tutti i visitatori, dato che, in molti casi si tratta di aree archeologiche che erano utilizzate perfino come rifugi in tempo di guerra, e realizzi impianti di cartellonistica utili a chi non conosce il luogo. Speriamo vivamente di poter coinvolgere più comuni possibili con questa nostra iniziativa e ci poniamo come compito principale quello di incrementare il turismo, in quanto rappresenta una branca del settore terziario che può essere sempre supportata.