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Articolo di Data Journalism

UN GESTO CHE TI SALVA LA VITA.

THE SHADOW OF SILENCE, l’ombra del silenzio: con questo titolo, la classe IV dell’I.I.S.S. Margherita Hack di Cotronei vuole implicitamente rappresentare un urlo contro l’indifferenza di una società che spesso dimentica di difendere le donne, e allo stesso tempo vuole essere una sorta di ringraziamento a tutte le donne per la loro essenza, la loro forza e il loro coraggio. E’ per questo motivo che il gruppo ha voluto fortemente iniziare le ricerche per la realizzazione del progetto di adeguamento strutturale e funzionale dell’immobile confiscato per la realizzazione di un centro per donne vittime di violenza nel Comune Di Crucoli (KR). La parola chiave è COINVOLGERE IL TERRITORIO, affinché il progetto veda la luce per la piena realizzazione dell’adeguamento del bene immobile confiscato. Dai dati analizzati, i risultati parlano chiaro: le vittime di violenza sulle donne in Italia crescono ogni anno; su circa 100 femminicidi negli ultimi 10 anni, un femminicidio avviene ogni 72 ore. Le donne sono vittime del partner o dell’ex e hanno nella maggior parte dei casi tra i 31 - 44 anni; la percentuale di vittime minorenni, invece, si attesta intorno all'8%. In Italia, la maggior parte delle denunce si registra in Sicilia con 172 casi di violenza sulle donne nel corso del 2021 , segue la Campania con 152 . Questo dato smentisce il luogo comune che al Sud ci sia una scarsa propensione da parte delle vittime nel denunciare gli abusi . La terza regione dove avvengono più reati di genere è la Lombardia ( 132 ), seguita dal Lazio ( 124 ) e dal Veneto ( 112 ) . L’Istat – in collaborazione con il Dipartimento per le pari opportunità e le Regioni – ha analizzato la situazione sui 272 centri anti-violenza in Italia con i dati aggiornati al 2018. L’indagine dell’Istat sottolinea prima di tutto che la forze messe in campo contro la violenza di genere sono ampiamente insufficienti. Ad oggi, in Italia, si ha una situazione pari a 0,04 Case Rifugio per 10mila abitanti. Insomma, gli obiettivi da raggiungere sono lontanissimi. L’indagine evidenzia, inoltre, che i centri anti-violenza gestiti da soggetti pubblici o da associazioni, hanno ospitato un totale di 1.940 donne di cui il 62,1% straniere . Guardando i dati precedenti sulle nazionalità delle vittime, si evidenzia che quelle di nazionalità italiana privilegiano altre destinazioni. Ma c’è una forte differenza tra le aree del Paese: il 68,4% delle Case Rifugio è attiva nel Nord Italia, con la Lombardia che da sola conta 57 sedi attive e il 17,1% nel Centro del Paese . Il 31,5% delle donne di età compresa fra 16 e 70 anni ha subito nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Il gruppo The Shadow of Silence, ha voluto però concentrare la sua attenzione a ciò che succede nella Regione Calabria: in Calabria si registra una percentuale pari al 26,4%; in particolare, il 16,5% ha subito violenza fisica, il 16,1% violenza sessuale, e il 4,1% uno stupro o un tentato stupro. Malgrado la gravità, il 26,9% delle donne non parla con alcuno della violenza subita. Lo fanno prevalentemente con familiari o amici, mentre solo lo 0,1% ne parla con carabinieri, polizia, avvocati o magistrati. Il 4,8% si è rivolta a un centro antiviolenza o a un servizio per il supporto delle donne e l’11,7% ha sporto denuncia. Soltanto il 34,6% delle donne che hanno subìto violenza fisica o sessuale nel corso della vita ritiene di essere vittima di un reato. I centri di accoglienza attivi in Italia sono 272 in Calabria, invece iscritti all'albo regionale sono 13, mentre le case rifugio sono solamente 4. Ma cosa fare nei casi in cui le vittime subiscono violenza? Se davvero si vuole cambiare volto al dramma che sta colpendo la nostra Nazione e, in particolare, la nostra Regione, è importante mettere in atto qualunque forma di richiesta di aiuto. Basta ricordare la donna vittima di violenza che è stata ‘salvata’ grazie al braccialetto anti-stalker dal suo ex compagno, un romano di 33 anni, che è stato arrestato dai carabinieri della stazione di Roma Settecamini. Ma i ragazzi vanno oltre: vogliono azioni concrete da mettere in campo, ed è così che contano sul "Signal For Help", un segno semplice, sicuro e silenzioso, ma richiede che chi lo interpreta sappia bene cosa fare e non fare. Il segnale consiste nel rivolgere il palmo verso una persona in collegamento visivo, sia essa dal vivo o ad esempio in videochiamata, per poi piegare il pollice verso l’interno e chiudere le dita rimanenti a formare il pugno. Il gesto mima la donna (il pollice) che viene letteralmente soffocata da un uomo che le usa violenza (le altre dita). Lo scopo è lanciare un SOS silenzioso in una situazione quotidiana, che non venga notata da altri. “È importante che tutti imparino a riconoscere il segnale: potrebbe bastare un attimo per salvare una donna dalle violenze, l’attenzione verso l’altro e il senso di comunità sono una rete di salvataggio prezioso. Non dimentichiamolo.”, dice Daniela Bocci Responsabile coordinamento donne First/Cisl Viterbo. Sulla base dei dati ricavati dalle nostre ricerche, pensare a un adeguamento strutturale e funzionale dell’immobile confiscato per la realizzazione di un centro per donne vittime di violenza nel Comune Di Crucoli, dunque, è il sogno del nostro gruppo.

Noi ci crediamo.