Contatti

Open Data, Monitoraggio Civico,

Politiche di Coesione nelle scuole italiane

Articolo di Data Journalism

Niente parole, solo numeri

NIENTE PAROLE, SOLO NUMERI

Continua la protesta per i Complessi residenziali all’Unical.

Sono tante le domande ed i dubbi sulla questione: “Complessi Residenziali Unical”. Tante sono le parole fatte su questo argomento, ma solo di una cosa ci si può fidare: i numeri.

Si è riuscito ad ottenere il progetto in cartaceo, avendo così la possibilità di estrapolare ulteriori dati oltre a quelli già forniti su OpenCoesione. I dati sono stati analizzati con perizia e attenzione. Questo è ciò che si è ottenuto:

 

 

Questo grafico evidenzia com'è stato diviso il pagamento (finanziamento) del progetto. Circa 6 milioni di euro dovevano essere erogati dalle risorse di coesione, 5 milioni di euro dallo Stato ed altri 5 milioni di euro da altre fonti pubbliche, di cui non è stato possibile  risalire all’origine. Detto ciò, bisogna capire effettivamente quanti soldi sono arrivati e quanti ne “mancano”. Secondo i dati, i pagamenti monitorati sono più di 12 milioni (ossia i soldi già erogati), il costo pubblico complessivo che doveva arrivare ammonta a 16 milioni. In tutto ciò rimane, però, un dato che non era stato considerato all’inizio: le economie. Vi sono circa 835 mila euro di economie che sono state effettivamente erogate, ma non considerate nel conteggio finale, dunque, secondo i calcoli, non mancano 4 milioni di euro, bensì circa 2 milioni di euro. Sorgono spontanee le domande: In cosa sono state utilizzate le economie? Sono state effettivamente utilizzate? E perché sono state fondate, qual è il loro scopo? A queste domande purtroppo non siamo riusciti a dare una risposta.

Per avere un quadro più chiaro della situazione si è deciso dunque, attraverso il gruppo social, di intervistare sia i ragazzi della protesta, sia, attraverso una mail, di contattare Patrizia Piro, prorettore e capo del dipartimento di ingegneria civile e di intervistare, inoltre, ragazzi che non hanno partecipato alle proteste. Ognuno di loro ha dato il proprio punto di vista. Per quanto riguarda i ragazzi che non hanno partecipato alla protesta, è stato possibile intervistarne alcuni attraverso la piattaforma digitale Google Meet, altri invece, attraverso un modulo Google, creato dalla classe, hanno risposto ad alcune domande.

Le domande poste sono:

  1. Da quanti anni frequenti l’Università?
  2. Sei un fuori sede?
  3. Vivi in un complesso UNICAL?
  4. Hai partecipato alle proteste?
  5. Su cosa si basano le proteste?
  6. Il complesso residenziale non è stato terminato. Secondo te, perché?
  7. Sai quanti fondi dovevano arrivare? E quanti ne sono arrivati davvero?
  8. Hai notato dei miglioramenti nelle strutture dell’Università negli ultimi anni?
  9. Hai ricevuto dei dati riguardanti il progetto dei complessi residenziali?
  10. Quanti soldi ti aspetti che arrivino?
  11. Senza trascurare i complessi residenziali, in che modo vorresti che l’UNICAL impiegasse i fondi a disposizione?

Dal sondaggio, sono emersi questi dati:

Il 75% degli studenti sono dei fuori sede, inoltre, sempre, il 75% vive in un complesso UNICAL. Per quanto riguarda la protesta, la maggior parte di loro ritiene sia una cosa sensata e che possa portare a dei risultati, in termini di miglioramento delle strutture UNICAL, dei servizi igienici, dell’uso di lavagne interattive, rispetto a quelle in gesso ( che creano molti problemi alle persone allergiche) , sia  per il post laurea. Ritengono infatti che: “L’UNICAL dovrebbe inquadrare gli studenti, non solo durante il percorso formativo, ma soprattutto per il post-laurea. Lo studio deve portare ad un lavoro e per fare ciò bisogna iniziare dal primo anno in cui uno studente inizia a studiare”. Credono, infatti, che i complessi residenziali non siano stati terminati proprio a causa di uno sperpero dei fondi. Rimane, quindi, ancora un mistero: i fondi sono stati interrotti volontariamente, perché entrambe le parti avevano deciso di terminare il progetto? I fondi già arrivati sono stati utilizzati per il loro scopo? Oppure, come ritengono i ragazzi che hanno risposto al sondaggio, sono stati sperperati o mal impiegati? Resta tutto da scoprire, vi terremo aggiornati per ulteriori informazioni.