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Articolo di Data Journalism

Chi sono i giovani NEET?

Il fenomeno dei giovani NEET (dall’acronimo inglese di Not in Education, Employment and Training) è emerso in uno studio eseguito da un dipartimento del governo inglese verso la fine del 1900. Gli spensierati giovani di allora non potevano certo immaginare che la loro lenta transizione nell'età adulta avrebbe dato vita a preoccupazioni e che sarebbero stati bollati come problema sociale, come individui che più facilmente di altri avrebbero potuto intraprendere delle carriere criminali. Se in passato l'uscita dalla casa dei genitori, l'ingresso nel mondo del lavoro e la creazione di una famiglia con tutte le relative responsabilità nei confronti dei propri figli avveniva, più o meno per tutti, alla stessa età, a partire dagli anni '70 questo cammino ha tempi e modalità del tutto incalcolabili e imprevedibili. A indirizzare la propria attenzione verso i NEET è stata anche la Comunità Europea che, in un rapporto ad essi dedicato, ha individuato cinque categorie di persone che rientrano in tale definizione. I NEET sono:

·       semplici disoccupati;

·       individui che, per motivi di salute o per esigenze familiari, sono impossibilitati a svolgere un lavoro;

·       persone passive, non interessate alla ricerca di un impiego né a intraprendere un percorso formativo che li introduca nel mondo del lavoro;

·       giovani alla ricerca dell'opportunità giusta, quella che magari risponde al loro percorso di studi;

·       coloro che per scelta hanno deciso di prendersi una pausa per intraprendere un viaggio o fare esperienza in giro per il mondo.

Dati i grafici realizzati consultando siti come CGIL, ISTAT si può notare che dal 2019 al 2021 il tasso di disoccupazione ha subito un ampio aumento, a Roma quasi il 10% in più rispetto all’Italia; specialmente tra i giovani e le donne. I risultati relativi degli indicatori fondamentali del mercato del lavoro hanno subito un impatto negativo considerevole a seguito del rallentamento o, in molti casi, della chiusura delle attività economiche più colpite dai provvedimenti adottati a seguito dell’emergenza sanitaria. Il mercato del lavoro nel suo complesso è stato
stravolto da queste dinamiche. In questo contesto gli equilibri dell’offerta di lavoro sono stati fortemente compromessi e una quota imponente di persone è tornata nell’inattività. Anche la ricerca di occupazione si è arrestata, penalizzando ancora una volta i giovani e le donne, esclusi dalle dinamiche del mercato del lavoro in cui spesso faticosamente erano riusciti a rimanere.

La perdita di posti di lavoro - sia a livello nazionale che locale - in un periodo di tempo così breve è stata senza precedenti. Rispetto al 2019, a fine 2020 si sono registrati -456.000 posti a livello nazionale, - 51.000 nell’area della Città metropolitana romana e -31.000 nella sola Capitale.

In conclusione, la pandemia ha tolto tantissimi posti di lavoro ai giovani e ha aumentato la presenta dei giovani NEET in modo significativo. Questi dati sono molto preoccupanti perché incidono sulla nostra economia in modo negativo. La conseguenza sociale di questo fenomeno è un malessere psicologico a questa fascia di popolazione spesso considerata invisibile. Molti si costruiscono un’idea basata su pregiudizi erronei e svalutativi sulle persone categorizzate come NEET, che soffrono di discriminazioni e ingiustizie.