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Articolo di Data Journalism

Sei davvero sicuro di cosa hai nel piatto? La ricetta dei dati ci dice di un cibo sicuro/non sicuro

Cosa significa viaggiare all’interno del piatto? 

La prima risposta a questa domanda è contenuta nel Rapporto ISTAT SDGs 2019, che indica nello  ”Zero hunger” uno degli obiettivi  del 2030 per “Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile”.

La sicurezza alimentare può essere garantita da pratiche adeguate di produzione e manipolazione degli alimenti e perciò sono state messe a punto una serie di strategie e di metodi di prevenzione delle contaminazioni e di controllo della correttezza delle operazioni svolte dagli operatori del settore 

L’Europa si sta impegnando per controllare e garantire la sicurezza degli alimenti provenienti per esempio da paesi esotici, dalla ristorazione di massa, o dalle grandi catene di supermercati in materia di conservazione di essi. 

L’organismo principale per effettuare ciò è la FAO affiancata dall’OMS. Nel 2002 è stata creata una commissione di tecnici e scienziati per garantire la sicurezza alimentare e con il regolamento europeo 2002/178 sono state identificate una serie di procedure unificate per garantire la qualità alimentare.

Nel Dicembre 2018 si è svolta l’assemblea delle Nazioni Unite, che ha proclamato il 7 giugno Giornata Mondiale della sicurezza degli alimenti. Durante questo giorno si pone maggiore attenzione sui benefici del cibo e si sensibilizza la popolazione riguardo ciò, con l’obbiettivo di ridurre le malattie causate da questo.

Dalle indagini svolte in Italia risulta che il nostro paese sia molto all’avanguardia nel sistema di sicurezza alimentare ed è un punto di riferimento mondiale per la  salute. 

 

Nel 2018 in Italia sono stati verificati 398 allarmi alimentari e più di 4 prodotti non sicuri su 5 provengono dall’estero (83%).

 

Quanto i consumatori italiani sono consapevoli del tema della sicurezza alimentare?

Interessanti a questo proposito i dati 2019 EFSA (Eurobarometer on Food Safety in the EUche) raccontano che in Italia solo il 17% degli intervistati ha dichiarato di preoccuparsi personalmente di sicurezza alimentare, contro una media europea del 41%. Si informa il 12% dei ragazzi con meno di 15 anni, il 16% degli adolescenti e una persona su 4 con più di 20 anni.

Inoltre l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, ha pubblicato i risultati su quanto gli europei si interessano di ciò che mangiano. In Italia solo il 17% degli intervistati ha dichiarato di preoccuparsi personalmente di sicurezza alimentare, contro una media europea del 41%.

Come potersi informare su questo problema?

Come riportato precedentemente non tutti gli italiani sono informati riguardo la sicurezza dei prodotti da loro acquistati, sia a causa della mancanza di informazioni, sia per il poco interesse relativo a questo argomento. Per fare chiarezza su questa tematica, i principali mezzi di comunicazione come TV (68%), internet (37%) ma anche riviste e quotidiani (37%) pubblicano notizie e approfondimenti. Le fonti meno ascoltate sono eventi e conferenze (11%), negozi di alimenti (10%) e punti informativi (7%).  

 

E allora, come migliorare la sicurezza degli alimenti?

 

 La popolazione della terra è in continuo aumento e sta diventando sempre più urbana, crescendo più rapidamente in aree non adatte alla produzione di cibo. Nel contempo, gli agricoltori devono adattarsi alle nuove sfide produttive legate ai cambiamenti climatici. “La sicurezza alimentare nel mondo è una grande sfida che richiede collaborazione. Richiede un approccio multidisciplinare.”

Quest’ultima ha un ruolo molto importante nel processo di preparazione per poter garantire che i prodotti consegnati al consumatore non interferiscano con la salute personale. Attualmente ci sono più di 200 malattie che possono essere diffuse tramite il cibo. Non adeguarsi ai regolamenti di sicurezza alimentare può portare alla diffusione di tossinfezioni alimentari per questo sono in atto una serie di diverse procedure per difendere e sviluppare la sicurezza alimentare a protezione della salute pubblica.

COME FARE?

L’unico metodo efficace per ottenere alimenti sani e sicuri è considerare la catena di produzione alimentare come un unico processo su cui intervenire: la sicurezza dei mangimi, la salute e il benessere animale, l’uso appropriato del farmaco veterinario,l’integrità dell’ambiente, la gestione corretta dei sottoprodotti.

Parlare di sicurezza alimentare significa quindi considerare anche tutto il complesso apparato di intervento che agisce sulle "fasi precoci della filiera di produzione: allevamento, coltivazione, pesca e raccolta.

OBBIETTIVI

  • Utilizzare precauzione circa la gestione dei rischi biologici fisici e chimici

  •  Corretto uso del farmaco e diminuire il fenomeno dell’antibiotico

  •  Accrescere la collaborazione tra istituti di sicurezza nell’ambito sanitario e alimentare.

  • Occuparsi di emergenze di epidemie alimentari

  •  Anticipare malattie infettive e diffusive che potrebbero essere trasmesse attraverso contagio animale

  •  Limitare la diffusione di animali randagi e aumentare i relativi controlli su canili e rifugi

  •  Incrementare la vendita di alimenti idonei ai soggetti con intolleranze alimentari

  •  Controllo degli agenti patogeni e residui di sostanze pericolose che potrebbero danneggiare la salute umana

  • Mangimi sicuri per animali di cui ci nutriamo

  •  Prevenzione malattie animali trasmissibili all’uomo

 

Gli obiettivi di Hot&Cold ?     il progetto del nostro monitoraggio...

L’obiettivo principale di Hot&Cold è mirare a sviluppare tecnologie abilitanti e soluzioni smart per il benessere dell'utente in ambito domestico, attraverso una maggiore sicurezza dei cibi, sia per quanto riguarda la conservazione che la preparazione.

Un obiettivo secondario di questo progetto è di informare maggiormente la popolazione sulla questione “Sicurezza degli alimenti”, questo perché la scarsa informazione su tale argomento comporta la possibilità di introdurre all’interno del proprio organismo sostanze non controllate che potrebbero portare malattie.

Ah, i dati a disposizione (anche ISTAT) non sono molti ma con determinazione ne cercheremo il più possibile e ve ne daremo conto!