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astArte: gli studenti di Macomer lavorano al rilancio del territorio

Nel corso dell’ultimo anno il mondo ha sperimentato gli effetti di una pandemia globale che è stata capace di ridefinire le priorità della nostra società e dei nostri modelli di sviluppo, facendo emergere enormi lacune che hanno impedito ai governi di reagire prontamente, a partire dalla gestione dei dati e delle informazioni, le quali hanno causato importanti ripercussioni in ogni ambito. In particolare, abbiamo notato la difficoltà della scienza a comunicare in un periodo di enorme difficoltà, soprattutto tramite i nuovi strumenti digitali, i quali negli ultimi anni hanno contribuito a diffondere una disinformazione capace di influenzare ogni tipo di processo sociale. Se analizziamo la situazione da un punto di vista locale, in un contesto più limitato e comprensibile come il nostro territorio, ci rendiamo immediatamente conto di come gli stessi meccanismi abbiano, non solo impedito la corretta gestione della pandemia, ma pregiudicato per decenni lo sviluppo delle comunità in cui viviamo, oggi in forte crisi.

Per tali motivi l’IIS S.Satta e le classi terza e quarta del Corso Grafico, riconoscono nel progetto ASOC una grande opportunità per le scuole e le comunità coinvolte, andando a strutturare un percorso che mira a sopperire alla carenza di informazioni, con l’intento di evidenziare le criticità e le potenzialità del territorio e agevolare la sua risposta alla pandemia e al mancato progresso decennale.

SCELTA DEI PROGETTI

Il comune di riferimento è Macomer, 9786 abitanti, capoluogo della Regione Storica del Marghine, in Provincia di Nuoro. Un territorio dalla forte vocazione agro-pastorale (patria delle prime grandi esportazioni di pecorino romano nel mondo) e storico-culturale (sede della più alta concentrazione di monumenti megalitici e nuragici dell’isola). Una vocazione che tuttavia, negli ultimi 50 anni, è stata spesso messa in ombra rispetto allo sviluppo di un polo industriale che, nel suo fallimento, ha lasciato il territorio in forte crisi demografica, economica e occupazionale (abbiamo perso il 12% degli abitanti dal 2001). Per tali ragioni in seguito alla spiegazione del progetto ASOC e l’analisi dei progetti sul sito di OpenCoesione, ci siamo resi conto che ragionare sul mancato sviluppo culturale e turistico del nostro territorio avrebbe potuto rappresentare un forte elemento di ripartenza per la nostra comunità.

Nello specifico ci concentreremo sul polo museale del Marghine, un progetto discusso e finanziato da decenni ma mai realmente avviato o implementato. Andremo così ad analizzare i finanziamenti previsti per il Museo Etnografico di Macomer e per il Museo Archeologico del Marghine i quali nell’ultimo ciclo hanno ricevuto finanziamenti per un valore di 353 mila euro.

ANALISI E CODING

Una delle principali ragioni che ci ha spinto a scegliere questi progetti è stata relativa alla prima fase di Analisi e Coding. Abbiamo infatto notato come dei 125 milioni di euro destinati al territorio negli ultimi due cicli di programmazione, solo l’1% delle risorse siano state destinate al settore Cultura e Turismo di Macomer. Tramite la piattaforma di OpenCoesione, abbiamo scoperto che il finanziamento di €203.074,74 relativo alla Museo Etnografico è stato liquidato completamente, mentre per quello di €150.000,00 relativo al Museo Archeologico non è stato ancora stato effettuato nessun pagamento.

Nonostante l’avvio dei lavori previsto per il ottobre 2020 e le problematiche relative alla pandemia, l’apertura del museo è attesa da oltre 30 anni, con rinvii al 2008, poi al 2013 e ora al 2020. L’edificio è stato edificato attraverso finanziamenti precedenti ai cicli monitorati da OpenCoesione, e fu progettato allo scopo di ospitare la celebre Venere di Macomer (statua più antica del mediterraneo raffigurante la Dea Madre, risalente al 10 mila a.C.). Tuttavia, il Museo non venne mai effettivamente ultimato ne aperto poiché attualmente la Venere si trova presso il Museo Archeologico Nazionale di Cagliari.

Oltre ai dati secondari già raccolti, relativi alla popolazione, al capitale privato, ambientale e archeologico, ci concentreremo sul reperimento di dati primari qualitativi (interviste) e quantitativi (questionari). Utilizziamo questi dati per:

  • Chiedere ai soggetti coinvolti nel progetto (amministratori, imprenditori ecc) lo stato dei lavori e il mancato impiego delle risorse
  • Informare e rendere conscia e partecipe la comunità a proposito della spesa pubblica non utilizzata e delle potenzialità e criticità del territorio
  • Avere la possibilità di mostrare alla popolazione come sarebbe potuto essere il museo sfruttando le competenze del nostro corso grafico, strutturando una ricerca iconografica e andando ad animare digitalmente il museo e i suoi spazi
  • Tradurre le info sul territorio in lingua straniera per accrescere l’interesse turistico

 

TEAM DI LAVORO e OBIETTIVI

Il team di lavoro coinvolge la classe Terza del Corso Grafico all’interno dell’IIS S.Satta di Macomer, il professore Piergiorgio Bandinu e la professoressa Giulia Manus. Il team di lavoro è composto da 18 partecipanti suddivisi in 4 gruppi: Progect Manager & Head of Research, Analisti e Coder, Storyteller e Blogger, Social Media & Design.

Il team si avvale anche del supporto della APS ProPositivo e in particolare del Dott. Gian Luca Atzori (giornalista ed esperto di comunicazione) e del Dott. Luca Pirisi (economista esperto di management pubblico)

Guidati dai Project Manager abbiamo quindi definito lo scopo del progetto, ovvero valorizzare la cultura del territorio del Marghine e comprendere la gestione dei finanziamenti europei, attraverso azioni di monitoraggio civico e giornalismo partecipativo.  In particolare andremo ad agire su:

  • Riduzione gap tra percezione e realtà nella comunità
  • Potenziamento dialogo intergenerazionale tra le diverse fasce
  • Potenziamento dialogo e cooperazione tra scuole e istituzioni
  • Contrasto all’analfabetismo funzionale, digitale e al digital divide tra gli studenti, le famiglie e le fasce deboli coinvolte
  • Comprensione delle criticità e potenzialità del territorio
  • Crescita della partecipazione, della trasparenza e del ruolo attivo di cittadini e studenti nel monitoraggio e nel benessere comunitario
  • Promozione del territorio e della sua storia e cultura, nella comunità e nel mondo
  • Coinvolgimento tessuto economico nella riflessione pubblica sulla valorizzazione della comunità

L’impostazione del corso di studio ci porterà a compiere un’azione di monitoraggio civico che non solo vuole indagare, approfondire e divulgare, ma che mira a anche a proporre in senso costruttivo. Attraverso le nostre abilità grafiche andremo ad allestire digitalmente il museo per mostrare agli abitanti come potrebbe essere, con la volontà di riportare il tema al centro del dibattito pubblico.

IDENTITA’ PROGETTUALE e VISIVA

La scelta dell’identità progettuale e visiva è stata avviata tramite un brainstorming che ha posto subito al centro i progetti scelti e in particolare la figura della Venere o Dea Madre. Il ragionamento si è sviluppato tramite diverse proposte in inglese (Shelter of Venus), italiano (Pianeta Madre), latino (Mater), sardo (Mitza de Venere) fino ad approdare ad Astarte, dea madre fenicia e cananea. Il nome di Astarte ci ha convinto per diversi motivi oltre all’evidente legame con la Venere, sia da un punto di vista concettuale (per esempio il fatto che al suo interno richiami le parole Start, Star e Arte) e sia da un punto di vista grafico (il logo scelto richiama la runa fenicia simile alla A, la quale ha anche una parvenza di stella e di ventre materno).

Proposta 1 (Logo scelto):

 

Proposta 2: 

 

Proposta 3: