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Articolo di Data Journalism

Asili Nido, in Sicilia sono molti meno della media europea per posti disponibili e soldi spesi. Le conseguenze sull’occupazione femminile*

In Italia vivono poco meno di 1 milione e mezzo di bambini tra 0 e 2 anni (dato Istat 2017). 

Nell’anno scolastico 2018/2019 sono attivi sul territorio nazionale 13.335 servizi per la prima infanzia, per un totale di 355.829 posti autorizzati. Poco più della metà dei posti (51,6%) sono all’interno di strutture a titolarità dei Comuni, dunque pubblici. 

In Sicilia sono 128.373 i bambini tra i 0 e 2 anni. In asilo nido sono disponibili 8027 posti pubblici e 4396 posti privati.

Nella provincia di Messina i bambini sono 14.379. Hanno a disposizione 1407 posti pubblici e 908 posti privati. 

A Tortorici vivono 138 bambini e al momento sono disponibili soltanto 5 posti privati, il 3,5% a cui si aggiungeranno i circa 10 messi a disposizione dal nuovo asilo, in fase di realizzazione (v. grafico 2, in cui ci son anche i dati di Sant’Agata di Militello, sede principale della nostra scuola).

Nel 2002 l’Unione Europea ha stabilito che gli stati membri devono impegnarsi ad offrire il servizio di asilo nido ad almeno il 33% di bambini sotto i 3 anni. Il legislatore italiano ha integrato questo obiettivo anche nella normativa nazionale, con il decreto 65 del 2017.

A livello nazionale, la percentuale di copertura dei posti rispetto ai bambini residenti fino a 2 anni è passata dal 24,7% dell’anno educativo 2017/2018 al 25,5% attuale. Nonostante il miglioramento, l’offerta si conferma sotto il parametro del 33% fissato dall’Ue.

Ancora ampio il divario tra Centro-nord e Mezzogiorno seppure le regioni del Sud registrano l’incremento più significativo rispetto all’anno precedente. In Sicilia la percentuale è ferma al 9,8% (vedi immagine in evidenza dell’articolo).

Le aree interne

Nelle aree interne, nella cui definizione rientra anche il Comune di Tortorici, oltre la metà dei Comuni è senza nidi. Vengono definite aree interne i comuni intermedi, periferici e ultraperiferici, che distano rispettivamente più di 20, 40 e 75 minuti dal polo più vicino. Per “comune polo” si intende un territorio che offre i servizi fondamentali di istruzione, salute e mobilità. A meno di 20 minuti di distanza da un polo, i comuni vengono considerati di cintura.

Le aree interne sono dunque i territori del paese più distanti dai servizi essenziali (quali istruzione, salute, mobilità). La percentuale più alta di comuni italiani senza nidi (67%) si trova nelle aree periferiche e ultraperiferiche. Seguono i comuni intermedi (58%) e quelli di cintura (35%). Tra i comuni polo, il 3% è sprovvisto di asilo nido.

Abbiamo verificato su alcuni esempi concreti, simili per popolazione al Comune di Tortorici, le percentuali qui esposte.

Il Comune di Rocca di Capri Leone (4400 abitanti) è un Comune “cintura” per Tortorici in quanto di transito per raggiungere i due “poli”: Capo d’Orlando lato Messina e Sant’Agata di Militello lato Palermo. Per i 95 bambini sono 50 i posti disponibili (52,9%).  Brolo (5786 abitanti) è un Comune posto lungo la costa tirrenica. Per i 141 bambini ci sono più di 70 posti disponibili (53,6%). I dati degli altri due Comuni, uno del Centro (Acquapendente, provincia di Viterbo, nel Lazio, 5369 abitanti, 103 bambini e 43,7% di copertura) e uno del Nord (Naturno, provincia di Bolzano, 28,3% di copertura) , simili a Tortorici dal punto di vista demografico e territoriale, servono a mettere in evidenza le grandi differenze in relazione ai posti in asili nido offerti da questi comuni.

L’occupazione femminile

Aumentare l’occupazione femminile era l’intento esplicito degli obiettivi di Barcellona, stabiliti dall’Ue per ampliare l’offerta di servizi prima infanzia

Le regioni con la maggior offerta di asili nido sono le stesse che presentano alti tassi di occupazione femminile (v. grafico 1): si tratta di territori del Centro-Nord, come Valle d’Aosta, Emilia Romagna, Toscana. Nelle grandi regioni del Sud la situazione è molto diversa. In particolare Calabria, Sicilia e Campania hanno una copertura di asili nido che non supera il 10% e un tasso di occupazione femminile inferiore al 30%, fatta eccezione per la Campania (31,6%).

La spesa dei Comuni

In Italia, circa la metà degli asilo nido è affidata alla gestione del Comune che riceve finanziamenti dedicati dallo Stato. Nei bilanci dei comuni esiste una voce dedicata a questo tipo di investimento pubblico. Si chiama "Interventi per l'infanzia e i minori e per asili nido" e, a differenza delle altre spese in istruzione (per le scuole primarie, secondarie e per l'università), è compresa nella missione "Diritti sociali, politiche sociali e famiglia". 

Con 185,96 euro è Trieste la città che spende di più per asili nido e infanzia, tra i comuni più popolosi. Dopo il capoluogo friulano figurano Firenze (123,23), Bologna (122,53), Milano (115,94) e Roma (103,33).

In coda alla classifica troviamo tutte città del sud: Bari (72,75), Napoli e Messina, quest’ultima con una spesa bassissima,  pari a 3,95 euro pro capite (v. infografica 3).

 

* i dati sono tratti dalla ricerca della Fondazione Openpolis sulla povertà educativa in Italia