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Articolo di Data Journalism

I beni confiscati alla mafia nella città di Bagheria

Noi del team "The Dreamers of Legality" abbiamo scelto di intraprendere un percorso di monitoraggio civico riguardante i beni confiscati alla mafia, nel nostro territorio di Bagheria. In particolare, siamo partiti dal progetto di riqualificazione di "Villa ex Castello", un bene confiscato che si trova in Corso Baldassarre Scaduto, arteria che collega la frazione marinara di Aspra a Bagheria e abbiamo esteso la nostra ricerca ai beni confiscati presenti nella nostra città. 

Di recente alcune associazioni antiracket hanno denunciato che molti Comuni non pubblicano gli elenchi dei beni in loro possesso, rendendo quindi impossibile anche un'attività di controllo di tipo "civico".

Questo però non si può dire dell'Amministrazione bagharese, che ha pubblicato un elenco dettagliato dei beni confiscati; abbiamo elaborato queste percentuali, proprio a partire dall'elenco pubblicato sul sito del comune di Bagheria scoprendo che, in tutto, i beni confiscati assegnati al nostro Comune sono 38.

Purtroppo, in Italia, nella maggior parte dei casi i beni confiscati non sono utilizzati e anche a Bagheria si confermano queste statistiche. In dettaglio, questa percentuale di beni corrisponde al 64,10%.

Tra quelli utilizzati, invece dobbiamo distinguere quelli impiegati dallo stesso Comune che sono il 13,16% e quelli che il Comune ha assegnato ad altri enti  che sono il 21,05%.

Inoltre, abbiamo voluto avviare una ricerca con l'intento di approfondire, attraverso alcune semplici domande, il grado di consapevolezza che oggi i giovani hanno sul possibile riuso dei beni confiscati alla mafia. 

A tale scopo, abbiamo diffuso tramite i social un questionario, raccogliendo complessivamente 206 risposte dalle diverse provincie siciliane. Tra queste, le donne hanno mostrato maggiore sensibilità  al tema con 130 risposte, mentre sono 76 gli uomini.

Il questionario è stato diffuso principalmente tra i giovani liceali, infatti il 63.6% ha un'età compresa tra i 14 e i 17 anni. In 141 dichiarano di possedere la licenza media, 32  il diploma, 13  una Laurea Magistrale, 9 una Laurea Triennale, 3  una qualifica professionale e 8 una specializzazione. Nella Provincia di Palermo hanno risposto 94 persone, pari al 70.9%.

E' emerso che anche se il 95.1% sa cosa è un bene confiscato alla mafia, il 67.5%, tuttavia non sa che nel 1982 è stato introdotto il reato di associazione mafiosa cosa che noi abbiamo scoperto grazie al progetto ASOC, durante l'intervista con l'Assessore Daniele Vella.

Il 67% non sa quale sia l'ufficio preposto alla gestione di questi beni confiscati, e purtroppo in molti sentono parlare poco di questi beni, tanto che il 65% non è mai entrato all'interno di un bene confiscato alla mafia o probabilmente, non sa di averlo fatto.

Il 63.6% non conosce la procedura di confisca e il 72.8% non è mai stato coinvolto in un progetto di riqualificazione o riuso di un bene.

Un dato per noi molto importante, che abbiamo rilevato sempre tramite il questionario, è che fortunatamente il 71% è disposto a mettere a disposizione il proprio tempo e le proprie competenze per riqualificare un bene confiscato. 

Infine vorremmo indicare dei numeri relativi alle spese di riqualificazione di Villa ex Castello. Per i lavori totali sono stai stanziati oltre 400 mila euro, tra cui quasi 100 mila per le spese tecniche, circa 10 mila per le spese indagine, circa 30mila per gli imprevisti dovuti alla condizione di abbandono del bene confiscato,  quasi 20 mila per gli incentivi, oltre 160 mila a disposizione pe attività di bonifica ed infine circa 40 mila per l'iva. 

Abbiamo ulteriormente approfondito la ricerca fatta su Villa Castello e i finanziamenti ad essa dedicati. Abbiamo appreso, con sorpresa, che molte persone non sono  a conoscenza di notizie o procedure che riguardano i beni confiscati alla mafia e in particolare il loro riuso a fini sociali, come ad esempio, la restituzione di questi beni alla collettività. 

ll nostro obiettivo,dunque, sarà quello di continuare a raccogliere informazioni ed estendere ulteriormente la nostra ricerca. Ci impegneremo affinché non esistano più episodi nei quali alcuni Comuni non documentino la presenza di beni in loro possesso, così da poter sensibilizzare una quantità sempre maggiore di persone riguardo questo tema così delicato.