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Articolo di Data Journalism

Canapa, Pianta dalle mille risorse

Il progetto UNIHEMP - "Utilizzo di biomasse da canapa industriale per l'energia e la produzione di nuovi biochimici", presentato in risposta all’Avviso Pubblico Prot. n. 1735 del 13/07/2017 emanato dal MIUR – finanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR)- mira alla creazione di una piattaforma tecnologica che valorizzi gli scarti derivanti dalla coltivazione della canapa utilizzandone le potenzialità nel ciclo di produzione di nuovi biochemicals, in sostituzione di materiali prodotti con tecniche inquinanti. Partendo dalla canapa, una delle migliori fonti di energia rinnovabile, è possibile valorizzare la biodiversità, in tutti i campi artigianali ed industriali ecocompatibili.

E in che misura possiamo affermare che la canapa non è una fonte inquinante? Da uno studio pubblicato su Nature Sustainability (8/03/21) i ricercatori della CSU Hailey Summers affermano che le emissioni dei gas serra variano a seconda di dove viene prodotta e coltivata la cannabis, se outdoor (tra i 22,7 e 326,6 kg di CO2) o indoor (comprese tra 2.283 e 5.184 kg di CO2 per kg di fiore essiccato). Tuttavia, coltivando canapa si attiva un processo di fitobonificazione e fitorimediazione, processi per cui, tramite l’azione di assorbimento dell’apparato radicale della pianta, vengono estratti dal terreno componenti inquinanti, successivamente metabolizzate e trasformate in qualcos’altro o recuperate (fitoestrazione). Riguardo la canapa nella fitorimediazione la sua coltivazione inizia a farsi spazio nei terreni inquinati della Campania, in quelli di Porto Marghera nel Veneto e in Puglia.
Guardando il grafico “Coltivazione della canapa nel territorio italiano” si ricava che:
la superficie di canapa totale coltivata in Italia, nel periodo che va dal 2019 al 2021, è stata rispettivamente di 907 ettari, 609 ettari, 603 ettari; la produzione totale in quintali della pianta è stata nel 2019 di 78506, nel 2020 di 47460, nel 2021 di 48042;
infine, la produzione raccolta è stata nel 2019 di 77143, nel 2020 di 46694 e nel 2021 di 47097 – quintali. 

La canapa è una pianta largamente versatile.
Due settori interessanti sono quello alimentare e quello cosmetico.
Riguardo il primo, possiamo affermare che la farina di semi di canapa fa bene alla salute! Giacché è priva di glutine, risulta gradita ad esempio ai celiaci. Rispetto alle farine raffinate apporta il 21% di calorie in meno, e il 49,5% delle sue calorie proviene dalle proteine contro l’89% delle calorie derivante dai carboidrati delle farine raffinate. Il suo consumo regolare aiuta a prevenire problemi cardio-vascolari e patologie metaboliche. Ha solo un costo più elevato, come si può ricavare dal grafico “Quanto conviene acquistare prodotti ricavati dalla canapa?”:
Ogni 500 g:
Farina di canapa dai 2 ai 6 €.
Farina 00 da 0,30 a 1 €.
Farina di semola dai 0,30 a 1 €

La differenza primaria tra l’olio di semi di canapa, usato nella cosmetica, e gli altri oli è l’equilibrio tra omega 3 e 6, che con rapporto 3:1 aiuta il naturale equilibrio dell’organismo. Anche le creme sono più care, come mostrato nel medesimo grafico:
Ogni 200 ml:
Crema di canapa dagli 8 a 15 €
Crema viso qualsiasi dai 3 ai 20 €

Dai dati ricavati da https://opencoesione.gov.it/it/ si evince che il progetto UNIHEMP coinvolge il CREA, Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria, Ente di ricerca italiano dedicato alle filiere agroalimentari, vigilato dal Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali (Mipaaf). Le sedi CREA  impegnate sono: Acireale, Bari, Battipaglia, Bologna, Caserta, Foggia e Rovigo.
Allo stato attuale, il team non ha ancora acquisito i dati relativi al progetto di ricerca sviluppato dalle sedi CREA di Bari, Battipaglia e Foggia.
Per quanto riguarda gli altri CREA, è possibile reperire, dai rispettivi siti, le seguenti informazioni:
Il CREA di Acireale ha attivato il progetto di filiera “SEMinCANTA” il cui obiettivo è quello di sviluppare delle linee guida da seguire per la coltivazione in campo fino alla trasformazione del seme per scopi alimentari e industriali.
Il CREA di Bologna, con il progetto Caterpillar si focalizza sull’uso degli scarti della canapa usata nel settore tessile per ricavarne biomassa proteica per l’alimentazione animale.
Riguardo il CREA di Caserta, il progetto Prohempil si occupa della coltura della canapa e delle relative filiere produttive. Studia le potenzialità agronomiche e chimiche nutrizionali e funzionali di diversi tipi di canapa e le relazioni di filiera, che tende a generare sul territorio.
Il CREA di Rovigo ha come obiettivo primario quello di mettere in rete le imprese agricole interessate a coltivare la canapa, individuando le migliori tecniche di coltivazione, che verranno analizzate per verificarne l’adattabilità per le filiere.
Tutto pronto allora per il prossimo step, del monitoraggio civico! Appuntamento con la dottoressa Roberta Paris,  referente per il CREA di Bologna del progetto UNIHEMP, martedì 15 febbraio 2022!