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Sardegna: oltre le spiagge c'è di più!

La Sardegna è una regione conosciuta, dal punto di vista turistico, soprattutto per la bellezza delle spiagge, del mare e delle coste che favoriscono prevalentemente, se non esclusivamente, un turismo balneare e vacanziero. In realtà, il suo territorio è ricco di storia ed immenso è il patrimonio culturale. La quantità dei monumenti, specialmente per l’epoca preistorica, è assolutamente straordinaria e tale da poter costituire un’attrazione altrettanto forte come quella esercitata dalla bellezza delle proprie coste.

Moltissimi sono i siti archeologici presenti in Sardegna la maggior parte dei quali, tuttavia,  poco noti sia per un’inadeguata attività di cura e promozione, sia per la scarsità di mezzi di trasporto, tanto da restare sconosciuti al grande pubblico e destinati solo ad un ristretto cerchio di appassionati escursionisti. Si stima che, in Sardegna, siano più di 7000 i nuraghi, che, se maggiormente valorizzati, potrebbero diventare le nostre” Piramidi” e permetterci di sviluppare un turismo basato sulla loro unicità.

Tuttavia, le aree archeologiche censite, secondo quanto  rilevato dall’ISTAT  con riferimento agli anni 2019/21, sono 61 di cui: 6 nella provincia di Cagliari, 21 in quella di Nuoro, 9 in quella di Oristano e 25 nella provincia di Sassari, come meglio emerge dal grafico n°1 in cui vengono evidenziate oltre alle aree archeologiche anche i monumenti naturali e le aree museali.

Ma, non possono lasciare indifferenti, in termini positivi, i dati statistici che emergono dalla Fondazione Barumini. Un’area archeologica che comprende un nuraghe complesso e un esteso villaggio di capanne, che l’Unesco nel 1997 ha dichiarato patrimonio dell’Umanità.

I dati, dunque, così come pubblicati dalla Regione Sardegna in data 6.10.21, evidenziano che l’afflusso dei visitatori nei mesi di giugno, luglio, agosto, settembre 2021 è stato di  59.321 contro i 36.654 del 2020. Numeri inferiori allo stesso periodo del 2019, 86.267 visitatori  ma che dimostrano  un evidente trend positivo e  le grandi potenzialità, anche turistiche, del nostro patrimonio culturale. E, dimostrano altresì, che tali obiettivi si raggiungono quando gli enti competenti, sia pubblici che privati, agiscono in sinergia per la tutela e la cura del patrimonio artistico e culturale che contraddistingue ogni territorio. 

E’ proprio in questa ottica che sicuramente si pone l’intervento di recupero del Nuraghe Belveghile. Lo stanziamento di  1.000.000 di euro è destinato in parte  per la fruizione e valorizzazione del sito e in parte per la costruzione di un moderno spazio espositivo sicuramente destinato ad un approccio innovativo verso la conoscenza della civiltà nuragica,  con l’obiettivo di porre insieme cultura, innovazione e turismo.

Esaminando, dunque, il territorio in cui è stato ritrovato il nuraghe  possiamo osservare che esso è posizionato nel Nord Est della Sardegna e in quello che secondo la suddivisione in aree geografiche è noto come la Gallura. In particolare il sito si trova  nel comune di Olbia, a pochi KM dal centro della città e in quel tratto di strada che  mette in comunicazione il porto passeggeri “ Isola Bianca” e l’aeroporto “ Olbia Costa Smeralda” con le più rinomate località turistiche del territorio.

Il nostro studio è volto proprio ad esaminare le potenzialità della città di Olbia quale strumento per favorire e avvicinare la popolazione e i vacanzieri all’offerta culturale del territorio e, in particolare al sito in argomento che, se ben valorizzato e pubblicizzato, potrebbe essere in grado di attrarre un numero elevato di visitatori. Molte sono infatti le persone che vivono e gravitano in questa area  e che molto spesso ignorano l’esistenza del nostro patrimonio storico.

Non è innanzitutto trascurabile la crescita demografica della città. Da quanto rilevato dai dati ISTAT  la crescita della popolazione degli ultimi 20 anni è stata del 31,92% . Infatti nel 2001 la popolazione era di 45.442 abitanti, mentre nel 2020  è salita ad un numero di 59.948 abitanti con un incremento di 14.506 persone come meglio emerge nel grafico n°2.

Altro elemento rilevante è rappresentato dal considerevole numero di turisti che, nei mesi estivi, scelgono questo territorio per trascorrere le vacanze. Nel grafico n°3 allegato sono evidenziati i movimenti turistici  delle località Sarde con maggiori flussi. Ebbene, dai dati forniti dall’Istat si può dunque rilevare che nel 2019, nel comune di Olbia si contano 272.301 arrivi (numero di clienti, italiani e stranieri ospitati negli esercizi recettivi) con 890.582 presenze (calcolate in base al numero di notti trascorse al cliente), mentre nel comune di Arzachena gli arrivi sono stati 234.697 con 1.221.813 presenze.

Quanto rilevato relativamente ai flussi turistici presenti ad Olbia e ad Arzachena è importante per dimostrare le potenzialità del territorio e, di conseguenza, le potenzialità esistenti nella fruizione del  sito  nuragico. Come già detto, infatti, il tratto della SS 125 sotto il quale il Nuraghe è ubicato, è l’unica percorso che porta direttamente da Olbia verso il comune di Arzachena dove si trovano tutte le spiagge della Costa Smeralda. Pertanto, un elevato numero di turisti, oltre che di residenti, percorrendo detta strada hanno la possibilità di visitare il Nuraghe  senza allungare il proprio programmato percorso ma aggiungendo allo stesso un’importante opportunità di conoscenza.

I dati raccolti e sopra evidenziati sono tali da dover indurre gli operatori del settore ad incentivare una attenta politica di divulgazione e di conoscenza della cultura e storia del territorio.

Sarà, dunque, nostro compito non solo auspicare che ciò avvenga ma intervenire e stimolare gli organi competenti a valorizzare e promuovere questo tipo di cultura.